sabato 18 febbraio 2012

I 5 discorsi più epici dei film

5- "Braveheart": discorso prima della battaglia di Stirling


Anche se storicamente non molto accurato, il film è comunque un'ottima prova della bravura di Mel Gibson come attore e regista. In questa sequenza, diventata famosissima, William Wallace deve convincere i propri compatrioti a non abbandonare il campo di battaglia e a rimanere per lottare fino alla morte per la loro libertà

4 - "Il Ritorno del Re": discorso dei Campi del Pellenor


Uno dei momenti più magici ed emozionanti del Signore degli Anelli: l'arrivo dei Rohirrim sui Campi del Pellenor, guidati da re Theoden. Il grido del re è carico di furore, di rabbia ed egli sembra essere in grado di poter vincere la battaglia da solo. Ogni volta che riguardo questa scena, non posso fare a meno di sentire un brivido lungo la schiena.

3- "300": discorso di Platea


Sebbene non riesca pienamente a rendere giustizia al fumetto di Frank Miller, il film è colmo di momenti suggestivi e carichi di epicità. E' stato duro scegliere tra i tanti, ma alla fine ho optato per quello che più mi ha riempito d'emozione: il discorso dell'ultimo spartano sopravvissuto prima della battaglia di Platea, battaglia che sancì la definitiva sconfitta dell'impero persiano e delle sue mire espansionistiche verso occidente.

2- "Ogni maledetta domenica": discorso dello spogliatoio


Al Pacino non è nuovo a  grandi discorsi e monologhi, e probabilmente questo è il più famoso della sua carriera: in questo film interpreta Tony D'Amato, coach di una squadra di football americano. Il discorso non è semplicemente limitato al campo sportivo ma utilizza il football come metafora per l'esistenza stessa.

1- "Enrico V": discorso di San Crispino


Il film è tratto dall'omonimo dramma shakesperiano e sono pronto a scommettere che questa prima posizione sarà sconosciuta ai più. Ci torviamo nella Francia del 1415, in piena Guerra dei Cent'Anni: gli inglesi, decimati in seguito all'assedio di Harfleur, si stanno ritirando verso Calais per fare ritorno in patria. Improvvisamente, si ritrovano la strada sbarrata da un'enorme armata francese, pronta a raccogliere una facile vittoria. Enrico V, re d'Inghilterra, sa che non ci sono speranze: i francesi li superano numericamente di sei a uno, mentre i suoi uomini sono demoralizzati e sfiancati dalle epidemie. Enrico decide di abbandonare il suo status, sceglie di mischiarsi coi suoi soldati e di combattere al loro fianco, come uno di loro. Il discorso con cui infiamma le truppe poco prima che la carneficina abbia inizio è entrato nella storia del teatro e viene qua interpretato da Kenneth Branagh in maniera sublime. Ascoltate attentamente le parole, ogni singola sfumatura, e lasciatevi avvolgere dal loro pathos. D'altronde, ci sarà un motivo se quel lontano giorno, ad Azincourt, seimila inglesi inflissero a quasi quarantamila cavalieri francesi la più cocente sconfitta della loro storia.

(a cura di Andrea Gobbato)

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